Emergenza coronavirus in Italia, scontro tra la Lega Serie A e il ministro. Spadafora chiede lo stop del campionato.
Scontro tra il governo e la Serie A sullo svolgimento del campionato. Con l’Italia in emergenza sanitaria per il coronavirus, va in scena il paradossale scontro tra il Governo e la Lega Serie A sul campionato di calcio.
Coronavirus, scontro tra la Lega Serie A e il governo
Dopo giorni di scontro, l’8 marzo doveva essere senza ombra di dubbio il giorno della ripresa del campionato di calcio. Nonostante nella notte tra il 7 l’8 Conte abbia varato per il suo governo misure ancora più stringenti con un decreto che di fatto allarga i confini della zona rossa, che ad oggi interessa tutta la Lombardia e 14 province.
I dubbi invece ci sono eccome, ed emergono con prepotenza a pochi minuti dal fischio di inizio di Parma-SPAL. Con i giocatori pronti a entrare in campo, lo scontro tra il governo e la Lega Serie A ha bloccato tutto incredibilmente. In un braccio di ferro senza senso, il ministro Spadafora ha chiesto di sospendere il campionato di calcio, mentre dalla Lega Serie A è arrivata la richiesta di disputare le partite in programma per l’ e il 9 marzo.
Il messaggio di Spadafora alla Lega Serie A
“Condivido le dichiarazioni di Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, e mi unisco alla sua richiesta. Non ha senso in questo momento, mentre chiediamo enormi sacrifici ai cittadini per impedire la diffusione del contagio, mettere a rischio la salute dei giocatori, degli arbitri, dei tecnici, dei tifosi che sicuramente si raduneranno per vedere le partite, solo per non sospendere temporaneamente il calcio e intaccare gli interessi che ruotano attorno ad esso.
Altre Federazioni hanno saggiamente optato per uno stop per i prossimi giorni. Credo sia dovere del presidente della Figc, Gravina, un supplemento di riflessione, senza attendere il primo caso di contagio, prima di assumersi questa gravosa responsabilità. Del resto, ancora prima che la situazione diventasse così drammatica per il Paese, la Lega di serie A e Sky si erano già rifiutate di concedere a migliaia di italiani, costretti loro malgrado a restare a casa, di poter vedere in chiaro le partite, nascondendosi dietro presunte difficoltà normative che con l’autentica disponibilità di tutti si sarebbero potute ampiamente superare” .
Il braccio di ferro sul calcio. Con l’Italia in ginocchio
Inizia un lungo e probabilmente poco onorevole tira e molla tra le istituzioni per capire se disputare una partita di calcio. Se recuperare una giornata di campionato. Il tutto mentre migliaia di persone sono state costrette a rivoluzionare le proprie abitudini di vita, il tutto mentre i piccoli commercianti fanno i conti con la crisi economica legata al (quasi) annullamento del turismo.